Referendum, Sicilia ago della bilancia fra bugie e pressioni inaudite

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di Salvo Barbagallo

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Non vogliamo spendere parole per il Referendum che si terrà fra pochi giorni. Di parole ne sono state dette tante e tante dai “protagonisti” che governano questo Paese, parole intrise apertamente di bugie che si sono affiancate a pressioni inaudite ed anche a ingerenze “straniere”.

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Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, firma il 27 dicembre 1947 nel palazzo Giustiniani in Roma la Costituzione italiana
Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, firma il 27 dicembre 1947 nel palazzo Giustiniani in Roma la Costituzione italiana

Basterebbero queste azioni che offendono l’intelligenza di chi deve andare alle urne, per segnare subito la casella del NO e riaffermare con un atto di coscienza individuale e collettiva i valori di una Costituzione nata dal contributo di quanti hanno dato la loro vita in nome della Libertà e della democrazia. Quei valori che oggi sono ignorati con arroganza e con tracotanza da chi detiene un potere che non è di certo espressione di una volontà popolare. Il Presidente della Repubblica è nelle veste di “arbitro” in questo difficile momento che attraversa il Paese? Per risposta valgono le frasi di Valter Vecellio scritte prima dell’elezione di Sergio Mattarella: Non è di un “arbitro” di cui si ha bisogno, piuttosto di un “garante”: garante del rispetto della Costituzione, della legalità, del diritto (…).

La firma della Costituzione Italiana
La firma della Costituzione Italiana

Purtroppo nel corso di questa campagna referendaria sono saltati tutti gli elementi fondanti: se gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’operato dell’attuale Governo fossero accaduti in tempi precedenti, questo attuale Governo sarebbe scomparso nel nulla. Dagli scandali nelle banche dell’area di potere, ai “politici governativi” inquisiti che continuano ad occupare la loro poltrona come se le accuse a loro rivolte riguardassero altri, agli interessi (politici, economici, militari) che ruotano attorno e all’interno del nostro Paese: tutta questa equivoca materia costituirà la ragione di base della probabile vittoria del “SI”referendario.

Marco Valbruzzi, ricercatore dell’Istituto Cattaneo, sostiene che Lo schieramento che riesce a portare al voto l’elettore di centrodestra al Sud diventa il vero ago della bilancia. E’ lì che si può alzare il livello di partecipazione fino al 60% (…) sarà il pendolo di Forza Italia a decretare il vincitore quanto più alta sarà la partecipazione al voto (…).

ref1Infatti sono in Sicilia i principali feudi dei ras delle clientele. Nella nostra Isola i “capi cordata” sono da settimane al lavoro, tutti premiati dalle ricorrenti visite/trasferte del premier Matteo Renzi e di diversi suoi ministri, tutti a promettere mari e monti, ed elargizioni economiche governative in grado di produrre occupazione e sviluppo per i Siciliani. Quei Siciliani che volendo credere, per cattiva sorte, alle promesse quasi sicuramente approveranno la Riforma apponendo il loro placet sulla scheda elettorale. E ciò non tanto per “favorire” Matteo Renzi, non tanto perché “convinti” che è necessario cambiare la Costituzione, quanto perché “devono” dire “sì” per non perdere l’opportunità di un “credito” su una ipotetica speranza di contraccambio.

Sarà “voto di scambio”? E chi lo potrebbe (e vorrebbe) provare?…

Queste situazioni il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, da Siciliano, le conosce bene.

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